di Luigi Mariano Guzzo
Si svolgerà la Naca? Sarà annullata o semplicemente rinviata? Circolano e si rincorrono in questi giorni domande e post sui social in relazione al “destino” della Naca. Viviamo i giorni di una difficile emergenza sanitaria per il globo intero. Eppure, i catanzaresi si interrogano sula possibilità di svolgere o meno la tradizionale processione del Venerdì Santo di Catanzaro. E’ certamente segno di una devozione che è radicata nella fede popolare della nostra comunità.
Il Decreto della Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti, firmato lo scorso 19 marzo, specifica che la data della Pasqua non può essere rinviata. Ma si tratta di un provvedimento che deve essere recepito nelle singole diocesi, in accordo con le conferenze episcopali. Se, com’è altamente probabile, le autorità governative decidessero di mantenere tali misure restrittive delle libertà fondamentali, i riti pasquali dovranno svolgersi senza la presenza fisica dei fedeli. Inoltre, viene concessa facoltà ai vescovi diocesani di spostare le espressioni della pietà popolare, come le processioni, ad altri “giorni convenienti”. Le date del 14 o del 15 settembre, di cui si è anche parlato in relazione alla Naca, sono delle proposte che arrivano dal Dicastero della Santa Sede. Ma una simile scelta è rimessa al giudizio del vescovo diocesano. Ad oggi, la Conferenza Episcopale Italiana non ha fornito orientamenti sulla Settimana Santa. D’altronde, il termine del 3 aprile non è stato – al momento in cui si scrive – formalmente prorogato dal governo italiano. Ed è per questi motivi che l’arcivescovo di Catanzaro-Squillace Vincenzo Bertolone non si è ancora pronunciato sui riti della Settimana Santa, e, quindi, sulla Naca.
Per ora non è possibile rispondere alle domande che ci siamo posti all’inizio. Gli scenari che si schiudono davanti a noi sono molteplici. Ma una cosa è certa: la Pasqua, come festa liturgica, non si sposta. Ed i cattolici, anche quest’anno, a Catanzaro come in tutto il mondo, celebreranno la Pasqua, cioè la resurrezione del Signore. E, se la situazione non cambia, la celebreranno in quarantena … magari con gli ausili offerti dalla rete internet e dal digitale.
E’ vero: per i catanzaresi sarà un Venerdì Santo particolare, questo che ci apprestiamo a vivere. Annullata o semplicemente rinviata – bisogna attendere la decisione dell’arcivescovo Bertolone sul punto – il Venerdì Santo catanzarese del 2020 potrebbe essere privo di una delle espressioni più importanti della nostra pietà popolare. Un’espressione, per l’appunto, che come tale rimane: manifestazione visibile di una fede che è intimamente radicata nella spiritualità dei cittadini. Non è la Naca a rendere “santo” il Venerdì di Passione; è la “santità” del Venerdì di Passione ad aver generato, nel corso dei secoli, forme esteriori per esprimere una fede autentica, sincera, forte, come la Naca. Certo, dispiace a tutti, come donne e uomini del nostro tempo, pensare di non poter dare testimonianza visibile della fede, portando la Culla con il Cristo morto per le strade della nostra città. Ed è questa sensazione di tristezza, però, a renderci consapevoli che ci troviamo di fronte ad una religiosità, quella dei catanzaresi, viva, che non può fermarsi alle manifestazioni esteriori. Sappiamo quanto siano fondamentali le manifestazioni esteriori della religiosità, ma non ci arrestiamo ad esse. E’ un circolo virtuoso: da un lato, i riti della pietà popolare ci hanno insegnato e ci insegnano, ancora oggi, a vivere la fede, attraverso una sapienza religiosa che si consolida nel tempo e della storia delle nostre comunità; e dall’altro, al contempo, la stessa presenza dei riti ci dice che la comunità religiosa sa già come vivere la fede.
Potrà darsi che (anzi, quasi certamente) il prossimo Venerdì Santo non accompagneremo in processione la Naca per le vie del centro storico di Catanzaro. Ma non per questo sarà, il nostro, un Venerdì Santo meno importante rispetto a quello degli anni passati. A patto di essere in grado di far (ri)vivere nei nostri cuori la dimensione “penitenziale”, che la tradizionale processione porta con sé, e di aprirci, in tal modo, ad un’autentica conversione di vita. Allora sì che potremo dire che la Naca anche il Venerdì Santo di quest’anno, pur senza processione esterna, è stata vissuta in maniera autentica. Con immutata passione e fede.
Il Quotidiano del Sud, 25 marzo 2020